La notizia è stata diffusa dal settimanale “Mucchio Selvaggio” con queste parole, che riportiamo integralmente: “Il cantante del gruppo aretino Negrita "Pau" Bruni, ha aggredito il giornalista Andrea Scanzi, anch'egli aretino, alle tre di notte di domenica mattina, presso la discoteca "Baby O" di Talzano (AR). Dopo svariate offese, Bruni ha colpito con due schiaffi Scanzi, lo ha preso per i capelli, gli ha sputato nel volto e, al termine dell'aggressione - durata dieci minuti - gli ha infilato violentemente due dita negli occhi. Scanzi, che non ha reagito, è stato portato al Pronto Soccorso di Arezzo dove gli è stata diagnosticata una "emorragia sottocongiuntivale con area di sofferenza corneale nell'occhio destro" per una prognosi di almeno 7 giorni. All'origine della incontrollabile violenza di Bruni, apparso totalmente fuori di sé, pare ci siano alcuni giudizi caustici sul valore artistico dei Negrita pubblicati da Scanzi nel settimanale "Il Mucchio Selvaggio". All'aggressione hanno assistito senza intervenire sia il servizio d'ordine della discoteca, sia il chitarrista della band, Enrico 'Drigo' Salvi”.<br> Così si sarebbero svolti i fatti secondo la versione del Mucchio Selvaggio: versione della quale non abbiamo ragioni di dubitare, ma comunque "di parte". Da noi contattato telefonicamente nella serata di lunedì, Pau dei Negrita si è limitato a un secco “No comment”. <br> A Rockol risulta che Andrea Scanzi e Pau si conoscano da tempo (Scanzi è stato coordinatore di un fan club del gruppo), e che da tempo pare che i rapporti personali fra i due si fossero deteriorati. <br> In attesa che – come ci auguriamo – sia possibile registrare anche la versione dei fatti di Pau, o di qualche testimone dei fatti, non possiamo che dispiacerci dell’accaduto, comunque siano andate le cose. Non sappiamo se la causa del diverbio siano state effettivamente le critiche rivolte da Scanzi ai Negrita, come ipotizza il Mucchio Selvaggio; certo è che se il compito del giornalista è quello di criticare anche severamente, ma senza personalizzare le critiche, all’artista è richiesto di saper accettare le critiche, semmai contestandole nel merito.<br> Non è la prima volta, e temiamo non sarà l’ultima, che fra il mondo del giornalismo e quello della musica scoccano scintille: ci piacerebbe che fossero sempre e solo verbali. Per parte nostra, rivendichiamo il diritto/dovere di esprimere francamente le nostre opinioni professionali, anche quando possano dispiacere; ma sommessamente invitiamo la categoria dei giornalisti (noi compresi) a ricordare che sparare giudizi da dietro una scrivania, usando una tastiera di computer, è meno rischioso che fare musica e salire su un palco. <br>