Dopo le dimissioni del presidente Giorgio Assumma, presentate nella giornata di martedì 30 novembre, la SIAE entra in un nuovo, difficile periodo di interregno nel quale l’unico elemento di stabilità è rappresentato dalla direzione generale di Gaetano Blandini (in carica da poco più di un anno). Le elezioni dei nuovi organi sociali sono fissate per il giugno 2011, ma non si esclude l’eventualità dell’intervento di un commissario straordinario di nomina governativa, come avvenne quando tra il 1999 e il 2003 l’incarico venne affidato all’attuale direttore generale Rai Mauro Masi. L’ingresso di un manager/funzionario super partes potrebbe risultare necessario proprio al fine di traghettare la società verso le elezioni (ma potrebbe anche protrarsi molto più a lungo, come insegna l’esperienza Masi), mettendo ordine nel sistema di regole (statuto, regolamento generale, regolamento elettorale) sul quale l’assemblea dei soci risulta praticamente spaccata in due: con l’asse costituito da FEM (associazione che raccoglie i maggiori editori musicali), ANEM (piccoli e medi editori) e Federazione degli Autori (nata nel maggio di quest’anno per iniziativa,tra gli altri, di artisti come Mogol, Gino Paoli e Mario Lavezzi) contrapposto al resto dello schieramento. La stessa FEM, che aveva contestato la rinomina di Assumma davanti al TAR, ha diramato un comunicato con cui ringrazia il presidente “per l’impegno profuso al servizio della Società degli Autori e Editori”, augurandogli “tutto il meglio per la prosecuzione della sua importante e prestigiosa carriera professionale”. Attestati di stima al presidente sono arrivati anche da parte del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, mentre preoccupazione per la decisione di Assumma è espressa dal Coordinamento Nazionale Gli Amici della Musica, cui fanno capo enti come ARCI, MEI, Audiocoop, SILB e Unione Artisti. Un eventuale commissariamento, secondo l’associazione, spalancherebbe le porte al rischio che la SIAE “venga cannibalizzata dagli interessi delle più potenti multinazionali a discapito dei piccoli autori, editori e produttori”.