Il secondo grado di giudizio non si è rivelato più propizio del primo a Carly Simon, che nel 2009 aveva intentato un'azione legale contro la catena di caffetterie Starbucks accusanto il colosso della ristorazione - che aveva aperto anche una branca discografica, battezzata Hear Music ed oggi attiva come Concord Music Group - di non aver promosso a sufficenza il suo “This kind of love”: il giudice del tribunale di Los Angeles George Wu ha di fatto ribadito la sentenza di primo grado, che vedeva Starbucks non imputabile perché non tenuta a condividere le proprie strategie di marketing con terzi, né tantomeno con gli artisti rappresentati dalle etichette che li rappresentano. La Simon, in sua difesa, aveva portato un memoriale dove dichiarava l'esistenza di un accordo verbale tra lei e il vicepresidente della società Alan Mintz, che - tuttavia - non è stata ritenuta responsabile delle scarse vendite dell'album. “This kind of love”, pubblicato nel 2008 su etichetta Hear Music, ha venduto soltanto 120 mila copie.