La Corte d’Appello presso l’Alta Corte di Giustizia londinese ha confermato il diritto dei Pink Floyd a porre il veto alla vendita “fuori contesto” di singoli brani del loro repertorio, anche in formato digitale e su piattaforme come iTunes, sulla base di un contratto stipulato nel 1999 che vincolerebbe la casa discografica EMI alla sola vendita di album. La sentenza conferma quella emessa in primo grado dall’Alta Corte di Giustizia (peraltro iTunes continua a vendere “alla carta” i brani della band, con alcune eccezioni), e si aggancia a una vertenza su presunte royalty non pagate dalla casa discografica tra il 2002 e il 2007: secondo la società che rappresenta i Pink Floyd, l’ammanco ammonterebbe a ben 10 milioni di sterline (11,8 milioni di euro). Sul futuro della EMI, intanto, continuano a circolare le voci più disparate: secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa finanziaria inglese, il finanziere Guy Hands di Terra Firma potrebbe cedere il timone di comando alla banca Citigroup già prima di Natale.