E' per lo meno curioso, se non altro agli occhi di discografici e addetti ai lavori, il caso di Soulja Boy, rapper americano che vanta un fan base di due milioni e mezzo di persone - che lo seguono quotidianamente su Twitter - ma che nelle classifiche non è ancora riuscito a fare il grande salto: nonostante il larghissimo seguito "virtuale", l'ultima fatica in studio dell'artista originario di Chicago, "The DeAndre way", ha smerciato - nella prima settimana di arrivo sul mercato - solo 11.000 copie fisiche e appena 2000 copie digitali. Numeri irrisori, almeno per quello che rappresenta il mercato americano. E colpisce, almeno gli analisti, lo scollamento tra fan virtuali e quelli reali, che hanno innalzato il loro beniamino solo fino ad un misero novantesimo posto nelle chart a stelle e strisce. Billboard, bibbia dell'industria musicale a stelle e strisce, prova a dare una lettura del fenomeno, in netta controtendenza alle teorie che vorrebbero la popolarità sui social network direttamente proporzionale al quella nel mondo reale. Twitter, di certo, rimane un formidabile mezzo per comunicare ed organizzare una fan base, ma da solo, a fabbricare un successo, non basta. Soulja Boy, poi, non è un iscritto al social network svogliato o assente, ma uno dei più prolifici twetters in circolazione, con una media di 15/20 post giornalieri, con picchi di oltre 70 post nel solo giorno della pubblicazione di "The DeAndre way". Il profilo di artista presente sui social collima alla perfezione con quello dell'artista dal forte successo commerciale, ma qualcosa, nel caso di Soulja Boy, evidentemente è andato storto. In primis, il suo pubblico potrebbe essere - come asserito dagli osservatori americani - "non predisposto all'acquisto": in parole povere, un utente medio di un qualsiasi social sa bene dove (e come) andare a trovare (più o meno legalmente) un nuovo disco senza pagarlo. In secondo luogo, l'errore potrebbe averlo commesso anche Soulja Boy: aggiornare la propria pagina personale è un disco, riversare quotidianamente sui propri fan oltre una dozzina di post un altro. In ultima istanza, poi, Twitter può essere ormai troppo affollato, a livello mondiale, per poter creare attenzione anche con un movimento di oltre due milioni e mezzo di fan. Il che, ovviamente, porta ad una domanda che potrebbe far drizzare a qualsiasi esperto di marketing contemporaneo: che farsene di due milioni e mezzo di follower su Twitter?