I visitatori di alcuni siti Web spagnoli accusati di permettere il download illegale di musica, film e serie televisive (Cinetube, Divxtotal, Mydescarga, Seriespepito, Seriesyonkis e altri) si sono trovati, domenica scorsa, di fronte a uno schermo nero, colmo di messaggi anti censura e pro libertà di espressione. La protesta è indirizzata alla cosiddetta nuova legge “Sinde”, contenente misure anti download e in via di approvazione da parte del Parlamento iberico: i nuovi provvedimenti, inseriti in un pacchetto normativo sull’economia sostenibile promosso dal ministro della cultura Angeles Gonzalez-Sinde, consentirebbero ai giudici di ordinare la chiusura dei siti Internet che distribuiscono contenuti illegali (un emendamento in discussione alle Camere prevede inoltre l’istituzione di un “moderatore” indipendente, destinato a mediare tra i siti incriminati e il Comitato per la Proprietà Intellettuale che ha facoltà di presentare le denunce). “Se la legge Sinde passerà”, recita un messaggio pubblicato sulla home page di alcuni siti, “Internet diventerà un’altra televisione, alla servitù dei poteri costituiti”. Secondo recenti stime, la Spagna è uno dei Paesi con il maggior tasso di pirateria digitale in assoluto, responsabile del 20 % circa dei download illegali effettuati nel mondo; nella seconda metà del 2009 il loro valore ammontava a circa 5,1 miliardi di euro, il triplo di quanto incassato dalle industrie del cinema, del video e della musica.