Una ricerca condotta da Pew Internet su 755 utenti statunitensi della rete nel periodo compreso tra il 28 ottobre e il 1° novembre 2010 indica che quasi due terzi degli americani (il 65 % del campione, per la precisione) ha pagato per scaricare o accedere a contenuti digitali on-line (erano esclusi dalla rilevazione prodotti “fisici” come libri, cd, dvd, computer, vestiti e biglietti aerei o servizi come pacchetti viaggi o prenotazioni di hotel). La percentuale maggiore, 33 %, ha sborsato denaro per acquistare musica digitale o software; il 21 % per procurarsi applicazioni per telefoni cellulari e computer “tablet”, il 19 % per giochi digitali, il 18 % per riviste elettroniche e articoli di giornale acquistabili in rete, il 16 % per video, film o programmi tv, il 15 % per suonerie, il 12 % per foto digitali, l’11 % per contenuti premium disponibili su siti che offrono anche materiale gratuito, il 10 % per e-books, il 7 % per podcasts e così via. Ma c’è un rovescio della medaglia, dal momento che quasi la metà degli intervistati (il 46 %) ha comprato solo uno o due dei quindici tipi di contenuti elencati nel questionario (il 16 % ha comprato sei o più generi di prodotti), spendendo, nella maggioranza dei casi, non più di 10 dollari al mese: il che significa che i vari tipi di prodotti disponibili in rete (musica, software, film, applicazioni, ecc.), in periodi di recessione come questo, sono ferocemente in competizione tra di loro. La ricerca Pew conferma, infine, la crescita di importanza dei servizi in abbonamento (acquistati dal 23 % dei consumatori) nei confronti del download di singoli file (16 %) e dell’accesso allo streaming (8 %).