Se l’industria discografica britannica ha chiuso il 2010 in rosso, quella statunitense non è stata in grado di fare di meglio: stando ai dati raccolti da Nielsen SoundScan, la flessione complessiva delle vendite di prodotti musicali (album, singoli, video e brani digitali) rispetto al 2009 è stata pari al 2,5 %, ma sfora ancora le due cifre, - 13 %, se si prendono in considerazione solo gli album, fisici e digitali, calati da 374 a 326 milioni di pezzi. Con i download a pagamento cresciuti appena dell’1 % a 1,17 miliardi di unità (ora che esistono alternative valide di streaming come YouTube, Vevo e Pandora), l’unico supporto in crescita – ma inequivocabilmente di nicchia – resta l’Lp in vinile, cresciuto del 14 % da 2,5 a 2,8 milioni di copie complessivamente vendute. Dopo il sempreverde “Abbey Road” dei Beatles (35 mila copie vendute), i vinili più venduti dell’anno in Usa sono stati “Suburbs” degli Arcade Fire (18.800 copie) e “Brothers” dei Black Keys (18.400 copie): per i due gruppi indie, tuttavia, le vendite in vinile hanno rappresentato solo il 4 % del totale.