La media company francese Vivendi (detentrice, tra l’altro, del 45 per cento delle azioni del gigante della pay-tv Canal Plus) è sempre più vicina all’acquisto del gruppo canadese Seagram, da cinque anni proprietario della casa discografica Universal e degli studi cinematografici che portano lo stesso nome. Riportano la notizia in queste ore i maggiori quotidiani americani, a cominciare dal Los Angeles Times, che danno per certo l’annuncio ufficiale del “deal” nell’arco di un paio di settimane. Secondo le fonti statunitensi, il gruppo francese pagherebbe circa 32,7 miliardi di dollari per assorbire gli interessi della Seagram. La nuova entità che scaturirebbe dall’operazione dovrebbe chiamarsi Vivendi Universal e mantenere la proprietà degli interessi discografici, editoriali e cinematografici della holding canadese, liberandosi invece del suo core business iniziale, costituito dalla divisione bevande alcoliche e soft drinks. Edgar Bronfman jr, il numero uno della Seagram, manterrebbe un ruolo di vertice nella nuova struttura, il cui valore di mercato viene stimato intorno ai 100 miliardi di dollari dagli analisti finanziari, mentre agli altri componenti della famiglia canadese spetterebbe un posto nel consiglio di amministrazione. Se l’operazione andrà in porto, nascerà un gruppo capace di rivaleggiare, in termini di risorse economiche, di infrastrutture e di contenuti, con AOL-Time Warner e con gli altri giganti integrati del mondo delle comunicazioni e dell’entertainment come Bertelsmann, Sony, News Corp e Walt Disney (queste ultime due, non a caso, concorrenti di Vivendi nella battaglia per accaparrarsi la Seagram). Insieme, le due compagini sociali combinerebbero la forza di Seagram sul piano dei “contenuti” (musica, film, diritti editoriali, parchi tematici) con la potenza di Vivendi sul fronte cinematografico (dove Studio Canal di Canal Plus è il maggior produttore e distributore europeo), dei media, della telefonia mobile e fissa, dei canali satellitari, delle trasmissioni a larga banda e di Internet. Tra i maggiori “asset” di Vivendi figura anche la comproprietà, al 50 per cento con la britannica Vodafone, del portale paneuropeo Vizzavi, accessibile attraverso apparecchi wireless e utilizzabile in futuro per scaricare brani musicali tratti dal catalogo Universal, oltre che video e contenuti multimediali. Associando le rispettive utenze, i due gruppi raggiungerebbero fin d’ora circa 80 milioni di abbonati a servizi telefonici e pay-tv via pc, televisione, telefoni cellulari e agende elettroniche. Per finanziare l’operazione di acquisto, Vivendi intende quotarsi entro fine anno sulla borsa di New York.