Ritorna in Parlamento, nel Regno Unito, il problema del secondary ticketing, la rivendita di biglietti di concerti che spesso nasconde operazioni puramente speculative sul filo della legalità. Una proposta di legge firmata dal deputato e ministro ombra per l’educazione Sharon Hodgson, il “Sale of tickets (sporting and cultural events) Bill”, vorrebbe accordare agli organizzatori di concerti la facoltà di impedire la redistribuzione dei tagliandi da parte di rivenditori non autorizzati a prezzi che superano del 10 % il valore nominale del biglietto. Il Governo dovrebbe inoltre impegnarsi a sviluppare con gli addetti ai lavori un sistema efficiente che permetta effettivamente l’incontro di domanda e offerta, mettendo in contatto chi ha biglietti da vendere per cause di forza maggiore con chi è interessato ad acquistarli. “Il bagarinaggio dei biglietti”, scrive la Hodgson sul suo sito Internet, “frutta milioni di sterline all’anno nel Regno Unito: denaro sottratto interamente alle tasche degli appassionati, che in nessun caso serve a promuovere alla base lo sviluppo delle attività sportive e delle industrie creative, e che solo in minima parte viene tassato come reddito ordinario o profitto d’impresa. A volte, i bagarini guadagnano più dello stesso artista”. Le sue parole non sono ovviamente piaciute agli specialisti del settore: “Se una persona ha speso del denaro guadagnato col sudore della fronte nell’acquisto di un biglietto e non ha più modo di utilizzarlo, crediamo abbia il diritto di rivenderlo al prezzo che desidera”, ha replicato il direttore di Viagogo in UK Edward Parkinson. “Perché i biglietti dei concerti dovrebbero essere diversi dalle automobili, dai libri o dalle borse? Noi di Viagogo promuoviamo tute le misure necessarie a proteggere i fan dalle frodi e dai raggiri on-line”. “Anche se con le migliori intenzioni”, sostiene Parkinson, “questo progetto di legge avrebbe semplicemente l’effetto di rispingere le vendite di biglietti nel sottobosco, aumentando le frodi e alzando i prezzi dei biglietti”. Di avviso completamente diverso Rod Smallwood e Ian McAndrew, rispettivamente manager di Iron Maiden e Arctic Monkeys, che hanno già espresso pubblicamente il loro sostegno al progetto.