A dicembre Google aveva promesso alle industrie dei “contenuti” (produttori di film, musica e videogiochi) l’introduzione di strumenti e procedure più efficaci per promuovere la circolazione di opere legali e arginare l’accesso, attraverso il suo motore di ricerca, a materiali piratati. Aveva cominciato a mettere in pratica i suoi programmi eliminando termini come “torrent” e “P2P” dalla funzione di completamento automatico delle parole attiva sulla sua barra di ricerca. Ed ora, avverte il sito TorrentFreak, dallo stesso “autocomplete” sono scomparsi anche termini come RapidShare e Megaupload: l’utente può ancora rintracciare i link ai siti cyberlocker, ma per farlo deve scrivere per intero la parola ricercata all’interno della barra. Con queste misure antipirateria, secondo molti commentatori, Google prepara il terreno a una collaborazione più stretta con le case discografiche, in vista dell’annunciato lancio del suo servizio di “music cloud” nel corso del 2011.