Un ex dirigente della EMI, in carica ai piani alti della major prima che questa venisse venduta a Terra Firma (nel 2007), segnala l’equity group statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (KKR), detentore del 51 % delle quote della società musicale BMG Rights Management, come candidato più probabile all’acquisto delle edizioni musicali della major: “Sono almeno cinque anni che KKR è interessata” ha spiegato a Music Week l’anonima fonte, aggiungendo che l’investitore americano “potrebbe acquistare sia il publishing che la parte discografica della EMI per poi rivendere quest’ultima in un secondo momento, forse alla Warner”. Non avendo il suo core business nella musica, KKR avrebbe più possibilità di guadagnarsi l’avallo delle autorità Antitrust, in Europa come negli Stati Uniti. In una mail inviata ai dipendenti subito dopo la diffusione della notizia dell’acquisto della EMI parte di Citigroup, tuttavia, l’amministratore delegato Roger Faxon ha smontato l’ipotesi di uno spezzettamento degli asset societari: “Fatemelo dire dire nel modo più chiaro”, scrive Faxon nel suo messaggio di posta elettronica:”Il management dei diritti a livello globale (Global Rights Management) è il futuro, e per arrivarci è necessario che le due parti del business lavorino assieme. Ecco perché ho fiducia nel fatto che la EMI resterà la EMI ancora per molto, molto tempo”.