A dispetto delle notizie che circolano sui mezzi di informazione negli ultimi giorni, News Corp. insiste sul fatto che la vendita non è l’unica opzione al vaglio della proprietà a proposito del futuro di Myspace. “Potrebbe essere una vendita. Potrebbe essere l’ingresso di un nuovo investitore. Ma potremmo anche conservare il nostro posto nella società, operando una ristrutturazione…” ha dichiarato l’amministratore delegato della media company Chase Carey, anche se le sue parole sono state interpretate dai più come un via libera alla cessione del social network. “L’interesse”, assicura Carey, “svaria dalla A alla Z: operatori dell’industria e della finanza, nazionali ed esteri, e questo senza avere ancora realmente avviato trattative. Sta arrivando tutto spontaneamente: al momento non stiamo sollecitando alcuna offerta”. Myspace è nato nell’agosto del 2003 per iniziativa di alcuni dipendenti della società di Web marketing californiana eUniverse; due anni dopo è stato acquistato da News Corp. per 580 milioni di dollari. A fine 2010 ha avviato una riconfigurazione strategica che, accompagnata da un piano di drastica riduzione delle spese e del personale, dovrebbe servire nelle intenzioni del management a riconquistare competitività su un mercato, quello dei social media, oggi dominato da Facebook e da Twitter. L’ultimo tentativo di riconquistare una fetta del pubblico perduto risale a questa settimana: la società ha contattato via e-mail gli utenti non più attivi, invitandoli a riattivare gli account per approfittare delle nuove funzionalità che permettono di seguire gli “argomenti preferiti in tema di musica, cinema, celebrità e televisione ottenendo aggiornamenti in tempo reale da tutto il Web”.