Compito ingrato, quello di essere il primo artista straniero a presentarsi al pubblico del Monza Rock. Soprattutto quando si fa una musica come quella di Ben Christophers, più adatta ad un fumoso club che al soleggiato palco di un festival. Annunciato come l’erede di Jeff Buckley, il cantautore inglese sul palco ricorda più le atmosfere “space” dei Radiohead. Camicia attillata e jeans a zampa d’elefante, Christophers e la sua band accennano ogni tanto qualche momento più rock, ma la maggior parte del set è impostata sulla falsariga del suo disco d’esordio “My beautiful demon”: voce eterea, accenni psichedelici e loop elettronici. Il pubblico, che ha appena assistito all’esibizione rocchettara dei Verdena, rimane un po’ spiazzato ma apprezza, applaudendo timidamente.