Richard Branson, boss e fondatore del gruppo Virgin, affila le armi in funzione del suo nuovo mercato strategico, la telefonia mobile. Il magnate inglese ha appena ingaggiato uno dei personaggi più in vista del settore in Gran Bretagna, Robert Samuelson (consulente della Arthur D. Little), per affidargli l’incarico di sviluppare il business dei telefonini negli Stati Uniti e in Europa continentale, specie in prospettiva della prossima introduzione sul mercato della tecnologia UMTS (lo stesso Branson, in partnership con società come One2One e l’operatore via cavo NTL, è in corsa per l’ottenimento di una delle relative licenze dal governo britannico). Virgin, che ha già firmato un accordo con Singapore Telecom per lo sviluppo delle telecomunicazioni mobili in Asia, ha preso contatti con Deutsche Telekom per il lancio di analoghi servizi in Europa, e guarda con interesse anche al mercato nordamericano. Secondo voci raccolte negli ambienti finanziari, Branson avrebbe intenzione di fondere le sue attività nel campo delle telecomunicazioni e di internet con l’obiettivo di raccogliere nuovi capitali sul mercato azionario: secondo alcuni analisti, però, i suoi partner non sarebbero interessati a ottenere azioni Virgin.com in cambio degli investimenti effettuati nel settore della telefonia.