“Se una canzone significa tanto per te, immagina cosa significa per noi”. E, a seguire, una lista di 68 nomi illustri, tra cui quelli di Alanis Morissette, Blink 182, Bon Jovi, Bryan Adams, Christina Aguilera, Hanson, Herbie Hancock, Queen. E’ il “manifesto” della neonata coalizione Artists Against Piracy (AAP), apparso in forma di inserzione pubblicitaria a piena pagina sui maggiori quotidiani statunitensi martedì 11 luglio, proprio nel momento in cui artisti come Lars Ulrich dei Metallica e Roger McGuinn discutevano al Congresso americano dei delicati rapporti tra evoluzione della musica digitale e tutela dei copyright. “La missione di Artists Against Piracy è di dare voce collettiva agli artisti sul tema della distribuzione digitale della musica”, spiega il portavoce della coalizione Noah Stone (lui stesso musicista e imprenditore online) nel comunicato di presentazione dell’iniziativa, che fa il paio con l’analoga Future of Music Coalition costituita il mese scorso. Timori e aspettative avanzate da AAP sono gli stessi espressi dalla maggior parte della comunità artistica internazionale negli ultimi mesi: e si sintetizzano in un atteggiamento di apertura nei confronti delle opportunità create dallo sviluppo delle nuove tecnologie, a condizione che agli artisti venga riconosciuto il diritto di scelta e di autodeterminazione: “il controllo creativo e il diritto a un compenso economico per le iniziative su internet che utilizzano i nostri repertori – ha detto Stone - sono questioni cruciali perché riguardano le nostre carriere, le nostre vite e il nostro futuro. Ed è nostro diritto decidere se e in che modo diffondere la nostra musica su internet”.