La Commissione Europea sta prendendo contatti con le maggiori etichette indipendenti del continente per verificare se le proposte fusioni tra America Online e Time Warner, e tra Warner Music ed EMI, possano limitare in modo irreparabile la concorrenza sul mercato discografico. A riportare la notizia è il Financial Times di domenica 23 luglio: i funzionari di Bruxelles, rivela il quotidiano economico, hanno invitato le principali indies europee a rispondere a un dettagliato questionario destinato a raccogliere informazioni sulla loro attività, sulle spese da esse sostenute in promozione e sulla loro capacità di competere con le major nell’acquisizione degli artisti di maggiore peso commerciale; i membri della commissione stanno anche indagando per capire se l’apertura dei mercati online e l’emergere del downloading musicale a pagamento come modello di business per il futuro possano creare nuove opportunità competitive per l’industria discografica indipendente. Intervenendo sulla questione, Philippe Kern, segretario generale dell’associazione internazionale di etichette indipendenti Impala, ha risposto che in conseguenza delle ultime operazioni di fusione le major discografiche si troverebbero a controllare il 90 % della distribuzione di musica nel mondo. Kern ha aggiunto di essere preoccupato dal fatto che le case maggiori dominano il mercato della pubblicità radiofonica e televisiva nonché l’accesso agli ipermercati e alla grande distribuzione, verso cui si starebbe concentrando, a livello europeo, il 60 % delle vendite.