MP3.com, una delle maggiori realtà emerse nel nuovo scenario della musica online, rischia di dover pagare fino a 825 milioni di dollari in danni alla Universal, unica major discografica che non ha accettato finora di risolvere in sede extragiudiziale la vertenza in corso con la “internet company” di San Diego per presunte violazioni ai copyright musicali. Lo ha rivelato il giudice newyorkese Jed S.Rakoff in occasione della prima udienza del processo che contrappone le due società. Sotto accusa (vedi news) è il servizio My.MP3.com, che consente agli utenti internet in possesso di un Cd originale di copiarlo in formato MP3 per poi potervi accedere da qualunque computer collegato in rete. Appurato che la violazione alle leggi americane sul diritto d’autore c’è stata, come lo stesso giudice Rakoff aveva sancito nell’aprile scorso, si tratta ora di stabilire se quest’ultima è stata volontaria oppure no. Nel primo caso, i danni da risarcire alla casa discografica titolare dei diritti potrebbero ammontare fino a 150.000 dollari per album: 825 milioni di dollari, appunto, considerando che i titoli Universal inclusi senza autorizzazione nel database del servizio sarebbero circa 5.500. Nel caso venisse provato che l’azienda ha operato in buona fede, invece, il risarcimento verrebbe contenuto in 200 dollari a titolo, per un totale di 1,1 milioni di dollari. E’ da sottolineare che la vertenza con le maggiori case discografiche è già costata a MP3.com 150 milioni di dollari in spese legali. Ora il processo potrebbe proseguire fino al mese di novembre: sempre che, come i responsabili di MP3.com continuano a sperare, anche Universal non si decida a risolvere la questione fuori dalle aule dei tribunali.