Si arroventa lo scontro tra MP3.com e Universal, unica tra le major discografiche multinazionali a non avere accettato di firmare un accordo extragiudiziale con il motore di ricerca che permette agli utenti di copiare il contenuto dei propri Cd in un database accessibile da ogni pc collegato in rete (vedi news). In occasione della prima udienza del processo convocata dal giudice newyorkese Jed S. Rakoff per mercoledì 30 agosto, il legale della società di San Diego, Michael Carlinski, ha chiamato sul banco dei testimoni il “nemico” Edgar Bronfman Jr., presidente della Seagram (casa madre della Universal), allo scopo di dimostrare come la causa intentata dalla casa discografica sia in realtà una manovra finalizzata ad estromettere dal mercato un pericoloso concorrente. Nella sua requisitoria, Carlinski ha citato alcune dichiarazioni pubbliche rilasciate in passato dallo stesso Bronfman a proposito del suo cliente, nonché la presenza sul mercato di un sito come Farmclub.com, nato per iniziativa di alcuni dirigenti Universal e che, come MP3.com, consente agli utenti di scaricare gratuitamente brani di artisti e gruppi privi di contratto discografico: ciò che, secondo Carlinski, prova gli obiettivi commerciali che la Universal avrebbe in una questione che dovrebbe essere puramente di diritto. Ma la risposta del giudice Rakoff è stata secca: le motivazioni di Universal sono irrilevanti in un processo destinato a stabilire se la violazione dei copyright messa in atto da MP3.com è stata volontaria e a determinare di conseguenza l’entità dei danni da risarcire. Quanto a Bronfman, dopo la deposizione ha preferito trincerarsi dietro un “no comment”.