Aprile? Maggio? Chissà. Le congetture sul lancio del servizio musicale di Google proseguono senza sosta. Intanto, però, Greg Sandoval su CNET dà per certo l’inizio del cosiddetto processo di dog-fooding: termine che, nel gergo di Silicon Valley, indica i test sul funzionamento di un nuovo prodotto che vengono effettuati dai dipendenti di un’azienda e che, solitamente, precedono di poco il suo lancio sul mercato. Il problema è che – tutte le fonti concordano – il gigante di Mountain View non ha ancora firmato alcun contratto di licenza con le major discografiche: trattandosi della cessione dei diritti relativi all’accesso in streaming da qualunque dispositivo connesso a Internet e non di pura e semplice vendita di brani musicali, la materia è nuova, complessa e delicata e viene valutata con estrema attenzione dai titolari dei copyright. Tuttavia, una prima versione di Google Music (che potrebbe anche risultare molto diversa da quella finale, avverte Sandoval) sarebbe già nascosta nei meandri della rete, scovata casualmente un paio di settimane fa da un hacker intento a installare la nuova versione del sistema operativo Android, Honeycomb, sul suo telefono cellulare. Un altro segnale che le grandi manovre sono a uno stadio avanzato, anche se i piani di presentazione ufficiale del prodotto sono già slittati in diverse occasioni: secondo Sandoval, Google Music potrebbe essere svelato al mondo ad aprile, in occasione della entrata in carica del cofondatore Larry Page nel ruolo di amministratore delegato. O magari a maggio, in concomitanza con la prossima I/O Conference organizzata dalla società.