Il matrimonio “incrociato” tra AOL, Time Warner ed EMI continua a tenere banco sui quotidiani economici e sui notiziari online di tutto il mondo. In concomitanza con le udienze convocate a Bruxelles dalla Commissione Europea (vedi news) per discutere delle implicazioni della mega-operazione, si fa forza tra gli osservatori la convinzione che ottenere il via libera alla doppia fusione da parte delle autorità antitrust europee e americane sarà meno facile del previsto. Sembra di capire che America Online e Time Warner non vedranno il semaforo verde se non accetteranno di sottostare a una serie di condizioni imposte dalle autorità pubbliche. Da una parte, l’Europa vuole che AOL renda disponibile ai concorrenti il software di sua proprietà per scaricare musica e video da internet: dall’altro, la Federal Trade Commission (l’antitrust statunitense) è preoccupata dalla posizione di predominio che Time Warner ricopre nella gestione delle reti via cavo per la connessione ad internet ad alta velocità, e vuole garantire accesso libero a tali sistemi anche alle altre aziende presenti sul mercato. Le assicurazioni fornite a più riprese dai portavoce di entrambe le società non sono ritenute sufficienti dagli organi di tutela della concorrenza, che esigono impegni scritti e vincolanti prima di concedere il via libera alle operazioni di fusione. Intanto, alle udienze di Bruxelles si è aggiunto il BEUC, l’organizzazione dei consumatori europei che contrasta la fusione tra i due colossi americani temendo che questa possa tradursi in prezzi più alti e minore libertà di scelta per i consumatori da una parte e l’altra dell’Atlantico.