Il calo drastico del fatturato discografico subito nel corso del 2010 (- 11 %) è costato al Regno Unito la perdita di una posizione nella graduatoria dei mercati musicali più importanti del mondo: al terzo posto, secondo un report pubblicato questa settimana dalla International Federation of the Phonographic Industry (IFPI), si è ora insediata la Germania, mentre Stati Uniti e Giappone continuano come da tradizione a occupare le prime due posizioni. Al mercato britannico non è risultato sufficiente un incremento del 19,6 % dei ricavi digitali, fagocitati dal crollo delle vendite dei supporti fisici e comunque inferiore al tasso di crescita medio europea, + 21,6 %, favorito dall’espansione nel Vecchio Continente di servizi di streaming come quelli forniti dalla svedese Spotify, dalla britannica Vodafone e dalla francese Deezer. Nel complesso, secondo l’IFPI, il valore del mercato mondiale della musica registrata è calato di oltre l’8 %, a 9,9 miliardi di dollari, a dispetto di una crescita del 5,4 % dei ricavi digitali (che negli Usa sfiorano ormai il 50 % del fatturato, mentre in Giappone sono calati dell’8,3 % principalmente per effetto della pirateria); nel comparto delle nuove fonti di ricavo, si segnala invece il + 4,6 % generato dai diritti di pubblica diffusione della musica su radio, televisioni, Web radio ed esercizi commerciali.