Il momento dell’annunciato sorpasso, a quanto pare, sta davvero per arrivare. Secondo il “Global Recorded Music Market Forecast” elaborato da Strategy Analytics, nel 2012 la spesa in cd da parte dei consumatori statunitensi di musica crollerà ulteriormente, passando dagli attuali 3,8 miliardi dollari a 2,7 miliardi di dollari; nello stesso periodo di tempo i ricavi generati dalla musica digitale saliranno a 2,8 miliardi di dollari sopravanzando quelli prodotti dai supporti “fisici”. La ricerca conferma altre tendenze già in atto: i download di singoli brani musicali, che oggi rappresentano la modalità prevalente di fruizione digitale, varranno nel 2015 il 29 % del mercato “liquido”; più dei servizi di streaming in abbonamento (comunque in forte crescita, con una quota del 14 %), ma meno degli album digitali (32 % dei ricavi). Sulla scia delle cifre per il 2010 appena pubblicate dalla federazione internazionale IFPI, che stimano il digitale al 29 % del fatturato mondiale dell’industria discografica con un tasso di crescita bloccato al 5,3 % (+ 21,6 % in Europa ma + 1,2 % soltanto negli Stati Uniti), il direttore del settore digital media research di Strategy Analytics Martin Olausson ammette che “la musica digitale non si sta sviluppando così velocemente come ci saremmo aspettati. Mentre i ricavi online continueranno ad espandersi nell’arco dei prossimi anni, le dimensioni complessive dell’industria della musica registrata continueranno a contrarsi in virtù del fatto che le case discografiche faticano a identificare nuove strategie di crescita”.