La potente multinazionale di Burbank punta a un "revival" in grande stile per il piccolo e leggendario tempio newyorkese della musica afroamericana di cui è diventata proprietaria. Il progetto di valorizzazione dell'edificio, eretto nel 1914 e teatro dagli anni ’30 in poi di leggendarie esibizioni che hanno visto protagonisti tutti i maggiori artisti della scena jazz, gospel e soul neroamericana, si inserisce nel contesto del piano di recupero urbano dell’intero quartiere di Harlem. L’ex ghetto nero si sta infatti pian piano trasformando in area residenziale preferenziale per la nuova borghesia nera, e nel quartiere si stanno moltiplicando di conseguenza gli insediamenti commerciali, culturali e per il tempo libero. Con soli 1.500 posti a sedere, l’Apollo è inadatto a ospitare manifestazioni e concerti di grande richiamo: per questo motivo, come riporta il quotidiano La Repubblica in una corrispondenza da New York, Time Warner intende farne il perno e il simbolo di un nuovo e assai più ampio complesso culturale, già ribattezzato ufficiosamente Lincoln Center North (con riferimento all’altro polo d’arte e musica insediato nella parte alta della Broadway, a fianco del Central Park) e che si estenderà per un lungo tratto dell’arteria principale del quartiere, la 125° strada, fino al Victoria, un vecchio cinema in disuso. Nella zona, secondo il progetto ora al vaglio delle autorità cittadine, dovranno sorgere altre sale da concerto, cinematografi, teatri e biblioteche: l’operazione dovrebbe servire a Time Warner anche per migliorare i rapporti con la comunità afroamericana, che ha spesso accusato il gruppo di badare soltanto agli interessi della popolazione di pelle bianca.