Oltre 4.500 siti internet che offrono illegalmente musica “piratata” sono stati intercettati in rete dall’industria discografica americana nei soli primi sei mesi del 2000, il 200 % in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: lo rivela l’associazione di categoria RIAA, Recording Industry Association of America, nel suo ultimo rapporto sulla pirateria musicale negli Stati Uniti. L’associazione sottolinea la crescita del fenomeno aggiungendo che oltre 1.600 siti illegali (+ 348 %) sono stati rimossi dalla rete nella prima metà dell’anno. Mentre anche la pirateria tradizionale non accenna a mollare la presa (nella sola New York, dall’inizio dell’anno, sono state arrestate 416 persone per reati connessi alla pirateria musicale e sequestrati 400.000 Cd illegali o contraffatti), la RIAA non è ancora giunta a dare una valutazione dei danni che all’industria derivano dalla distribuzione illegale di musica online. Un analista della Forrester Research sostiene tuttavia che l’espansione della pirateria telematica e il sempre più diffuso ricorso degli artisti alla vendita diretta dei propri prodotti su internet costerà alle case discografiche non meno di 3,1 miliardi di dollari dopo il 2005.