EMI e Warner Music sarebbero decise a mettere in vendita la società Virgin Records nonché una fetta sostanziosa del loro catalogo editoriale (compresa la Chappell Music) per salvare il loro progetto di fusione dal blocco imposto dagli organi antitrust europei. Lo sostiene il quotidiano finanziario americano Wall Street Journal, il quale, la settimana scorsa, ha anche riportato indiscrezioni secondo cui la Commissione Europea avrebbe ormai deciso di impedire il “merger” da 20 miliardi di dollari se dalle due società coinvolte nell’operazione non arriveranno ulteriori, più sostanziali concessioni. Come più volte riportato da Rockol (vedi news), le obiezioni avanzate dai funzionari della commissione e dalle autorità antitrust europee si indirizzano su tre aree in particolare: gli organi di tutela della concorrenza vogliono evitare che il potenziale combinato delle due società dia origine a una posizione dominante sul mercato emergente della distribuzione musicale online e nel settore delle edizioni musicali, e che la nuova super-major possa esercitare un controllo sui prezzi al pubblico dei Cd. <br> EMI e Warner Music hanno tempo fino al 18 ottobre, data fissata per la decisione finale sul caso, per presentare le loro nuove proposte alla Commissione Europea. Secondo molti osservatori, tuttavia, l’eventuale blocco della fusione tra le due società discografiche aprirebbe automaticamente la porta al “merger” tra Time Warner (proprietaria di Warner Music) e AOL, venendo a mancare in questo modo i presupposti di una leadership sul fronte dei contenuti musicali utilizzabili sulle reti di distribuzione digitale. Aspettative positive circondano anche la fusione Vivendi-Canal Plus-Universal, che l’antitrust europeo sarebbe intenzionato ad approvare senza ulteriori supplementi di inchiesta il prossimo 13 ottobre.