Per stimolare una domanda nella migliore delle ipotesi stagnante e controbattere al dilagare dei siti di secondary ticketing, promoter, gestori di locali e manager artistici cominciano a pensare seriamente alla formula del “prezzo dinamico”: e cioè alla eventualità di comportarsi come le compagnie aeree low cost (o gli stessi operatori di rivendita online) modificando in tempo reale i prezzi dei biglietti di accesso ai concerti in funzione dei livelli di richiesta e di offerta registrati in ogni dato momento. A muoversi in questa direzione è il colosso del ticketing Ticketmaster, parte di un gruppo (Live Nation Entertainment) che ingloba oggi tutti gli aspetti del business disponendo di un’agenzia di management artistico, di una rete di sale da concerto e di una struttura che organizza e promuove spettacoli: mettendo a disposizione dei partner un nuovo strumento software sviluppato dalla società di analisi dati MarketShare, TM ritiene dunque di poter sottrarre spazio vitale ai bagarini (“fisici” e online) incrementando i profitti potenziali degli aventi diritto e riducendo i rischi di invenduto. Il sistema, che consente di elevare rispetto al “face value” il prezzo di accesso alle poltrone più ambite e di ridurre contestualmente quello dei posti meno richiesti è già in fase di rodaggio grazie alla collaborazione di squadre professioniste di baseball, basket ed hockey (i San Francisco Giants, squadra di baseball della città californiana, avevano testato già nel 2009 un sistema di dynamic pricing ideato da un’altra società, Qcue, riscontrando un effettivo incremento nel numero di biglietti venduti). Ticketmaster spera tuttavia di estenderne l’uso al settore musicale nell’arco della prossima stagione estiva dei concerti all’aperto. Intanto Glen Lehrman, portavoce di StubHub (colosso della rivendita online di biglietti legato a eBay), ha dichiarato a Billboard che il prezzo dinamico applicato agli eventi sportivi non ne ha intaccato finora il volume d’affari: “I biglietti che si vendono da subito a prezzi elevati tendono a salire ulteriormente di valore sul mercato secondario, nel momento in cui la disponibilità risulta ancora più limitata”.