Un miliardo e 390 milioni di canzoni in libera circolazione sul web, tra un pc e l’altro. Non c’è che dire: il traffico musicale sviluppato da Napster continua a crescere a ritmi che la stessa l’industria discografica, probabilmente, non si sarebbe mai sognata, con tutte le implicazioni positive (c’è evidentemente una gran fame di musica, in giro) e negative (i miliardi di download gratuiti equivalgono a guadagni perduti per artisti e etichette) che ne conseguono. La stima, peraltro, si riferisce al solo periodo di settembre e arriva da Webnoize, testata di riferimento per l’informazione online riguardante il mondo dell’intrattenimento elettronico, che per buona parte del mese appena trascorso ha accuratamente monitorato il numero di utenti del servizio e i file musicali rintracciabili sui 114 server che fanno capo alla sua rete: tutto questo, prima che l’inizio della causa legale che contrappone la società della Silicon Valley alle case discografiche americane moltiplicasse ulteriormente il numero di contatti al sito (vedi news). Ma al di là dell’onda emotiva del momento particolare, i numeri di Napster – che vanta una media di 640.000 utenti quotidiani, secondo Webnoize – restano impressionanti. E le conclusioni dei suoi analisti non fanno una grinza: “A prescindere da quanto verrà deciso dai giudici a proposito della legalità o meno di Napster”, ha detto Matt Bailey, il ricercatore che ha condotto lo studio, “la domanda per il suo servizio resta di dimensioni stupefacenti”. Più controversa un’altra sua dichiarazione, per altro suffragata dai risultati di una ulteriore indagine condotta da Webnoize: “L’utilizzo intenso dei file MP3 ha sicuramente contribuito all’incremento della propensione al consumo musicale. L’industria discografica sta cercando di chiudere un servizio che probabilmente sta spingendo le vendite dei Cd”. Il dibattito è più che mai aperto.