Per le imprese video-musicali che intendono investire sul Web si preparano forse periodi di vacche magre: i banchieri e le imprese di venture capital sembrano intenzionati a chiudere i cordoni della borsa e a bloccare i finanziamenti alle aziende che vogliono sviluppare progetti nei settori emergenti dei media digitali. La previsione, ripresa dall’agenzia Reuters, proviene da alcuni quotati analisti finanziari londinesi: “Chiunque produca contenuti originali farebbe bene a chiudere bottega e tornare fra tre anni, a meno che non sia coinvolto nell’industria dell’intrattenimento per adulti”, ha dichiarato senza tanti giri di parole Hans Stander, managing director del gruppo di venture capital ETF. E gli stessi operatori ammettono che tutte le aziende del settore Internet media sono afflitte attualmente da costi crescenti e incassi ridotti, per non parlare dei disastrosi risultati di Borsa di questi ultimi giorni: la sola RealNetworks, leader del settore, ha visto crollare i prezzi delle sue azioni da 96 a 25 dollari nel giro di soli nove mesi. Come fa osservare la stessa Reuters, il dato è in netto contrasto con le tendenze dei mercati on-line, dove il 60 % dei siti Web “consumer” offrono oggi contenuti audio e video, il 30 % in più rispetto allo scorso anno, mentre il 23 % degli utenti “attivi” di Internet usa correntemente sistemi come Napster per scambiarsi brani musicali in rete. Ma gli esperti finanziari restano della loro idea: come ribadisce un analista della Goldman Sachs, “nessuno riceverà finanziamenti finché non si troverà un modo di fare soldi con la musica e i video su Internet”.