Napster diventerà una “public company” quotata in borsa? Questo è almeno il disegno strategico rivelato da una fonte del gruppo tedesco Bertelsmann, che la scorsa settimana ha siglato un accordo di collaborazione con la più celebre e temuta delle imprese musicali che operano sul Web (vedi news). I portavoce di Bertelsmann ammettono che l’ipotesi di una quotazione si verificherà solo nel “migliore scenario possibile”, tenendo conto che la società californiana deve ancora difendersi in giudizio dall’accusa di violare i copyright delle case discografiche e di incoraggiare la pirateria con il suo software che permette lo scambio on-line di file musicali tra gli utenti di Internet.<br> Nei giorni scorsi, intanto, la stessa Bertelsmann ha confermato le anticipazioni secondo cui dal sito di Napster non scomparirà del tutto la musica gratuita, anche se si tratterà probabilmente di piccoli campioni audio o di brani selezionati diffusi a scopo promozionale. Come già annunciato, nei piani del gigante tedesco Napster dovrebbe diventare un servizio a pagamento (in abbonamento), che raccoglierà denaro anche per mezzo di inserzioni pubblicitarie. Nei giorni scorsi, stando ad alcune indiscrezioni, il numero uno del gruppo Thomas Middelhoff si sarebbe incontrato con i vertici di diverse società leader nel settore dei media, ricevendo risposte incoraggianti riguardo all’ipotesi di possibili collaborazioni future; mentre anche l’associazione degli autori e compositori statunitensi ASCAP ha ribadito di essere pronta a licenziare l’uso del proprio repertorio al sito californiano. Più ostile resta l’atteggiamento delle case discografiche concorrenti, alcune delle quali (vedi news) sembrano avere intenzione di continuare la loro battaglia legale neo confronti di Napster.