Nuovo rinvio nella causa che oppone la casa discografica Universal (gruppo Seagram) al sito Web MP3.com per violazione dei copyright musicali: il giudice newyorkese Jed S. Rakoff ha preferito soprassedere sulla legittimità delle tesi avanzate da Universal, e cioè che le registrazioni musicali diffuse senza autorizzazione da MP3.com sono di sua esclusiva proprietà in quanto prodotto del lavoro salariato degli artisti, così come detta una legge federale. Poiché quest’ultima è stata modificata la settimana scorsa con un emendamento ratificato dal presidente USA Bill Clinton (vedi news), Rakoff ha negato alla major musicale un giudizio sommario sulla questione prima che il processo abbia inizio, rinviando ai giudici di merito l’esame della delicata questione. In conseguenza dell’emendamento di legge, anche Universal ha modificato la sua linea di accusa, e intende ora richiedere alla compagnia di Michael Robertson un risarcimento danni basato non più sul numero dei singoli brani diffusi senza autorizzazione ma su quello degli album in cui questi sono contenuti e di cui la casa discografica è incontestabilmente la proprietaria. Secondo quanto già stabilito dal giudice (vedi news), MP3.com dovrà pagare 25.000 dollari per ogni violazione accertata dei copyright.