A dispetto di quanto riportato ieri da Forbes a proposito di una partnership strategica con Spotify, la notizia secondo cui Facebook avrebbe intenzione di lanciare (e in tempi brevissimi, un paio di settimane) un proprio servizio di musica digitale è stata accolta con molto scetticismo. “Non abbiamo il DNA per essere una società musicale o cinematografica”, ha spiegato qualche giorno fa lo stesso cofondatore e ceo della società, Mark Zuckerberg. Aggiungendo però, durante una sessione di Q&A tenuta a margine dell’e-G8 (il summit con la Web community voluto da Nicolas Sarkozy in preparazione del G8 di Deauville), che musica, tv e libri sono le prossime aree in cui il social network intende concentrare i suoi programmi di sviluppo. “La gente”, ha osservato Zuckerberg, “ama condividere le sue esperienze di ascolto musicale, legge le notizie e le discute con gli amici. Grazie al social, queste industrie possono essere ricostruite dalle fondamenta” (il caso di Zynga, la ditta di social gaming che proprio grazie a Facebook è diventata una dei successi imprenditoriali dell’anno, è in questo senso esemplare). Spotify, a questo punto, diventerebbe solo uno degli alleati possibili, e magari preferibili, nello sforzo di integrare le virtù del “social” con i contenuti musicali: tanto che almeno altre tre piattaforme di musica digitale (coperte da anonimato) hanno confessato a Billboard di essere state contattate dagli uomini di Zuckerberg negli ultimi sei mesi. Come noto, l’integrazione tra Facebook e Spotify è già in atto: gli utenti del servizio musicale possono già autenticarsi sulla piattaforma utilizzando Facebook Connect, nonché condividere sulla bacheca del social network le canzoni che stanno ascoltando in streaming; secondo Forbes i successivi passi della partnership prevedono l’allestimento di una sorta di sala di ascolto virtuale per l’accesso simultaneo in streaming e la creazione di una icona sulla bacheca di Facebook per il download immediato del programma di Spotify sul computer. Ma da qui a diventare il servizio musicale di default per Facebook, sottolineano diversi osservatori, il passo è lungo (anche perché resterebbe da sciogliere l’ingarbugliata matassa degli accordi di licenza con le case discografiche, da stipulare in separata sede).