Forte del suo nuovo e agguerrito tridente “rosa” composto da Caterina Caselli, Dori Ghezzi e Claudia Mori (personaggi notissimi anche al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, il che aiuta e non poco nelle relazioni esterne con media e istituzioni), l’assocazione delle indies PMI (Produttori Musicali Indipendenti), dopo il rinnovo avvenuto ieri delle cariche sociali, alza il profilo pubblico e la posta in gioco. Soprattutto sul fronte strategico della raccolta dei diritti connessi, sempre più cruciali in fase di declino strutturale degli introiti derivanti dalla vendita dei supporti. “Abbiamo raggiunto accordi con la SIAE per quanto riguarda la gestione della copia privata e con RNA – Radio Nazionali Associate per la diffusione radiofonica dei fonogrammi, mentre siamo in trattative con Rai e Mediaset” informa Mario Limongelli. Il neoconfermato presidente lascia aperta una porta a SCF, nei cui confronti i suoi associati hanno espresso nell’ultimo anno non pochi malumori (revocando anche alcuni mandati di rappresentanza), ma intanto fa sapere che anche con AFI sono allo studio ipotesi di collaborazione sul piano del collecting. “Non escludiamo di riuscire a ricompattare l’organico di SCF perché ci rendiamo conto che la frammentazione dei diritti è un danno per tutti”, spiega Limongelli. “Apprezziamo gli sforzi del neo presidente Enzo Mazza e diamo ampia disponibilità a collaborare: purché si eviti l’applicazione di commissioni superiori al 25 % sui servizi erogati, anche perché da statuto noi non possiamo richiedere più del 10 % ai nostri associati. La nostra proposta è di differenziare le aliquote a seconda del tipo di servizio: sulla raccolta della copia privata, per fare un esempio, la SIAE applica un aggio del 3 % e non ha senso chiedere di più. Chiediamo anche un ricorso attivo al comitato di partecipazione, organo consultivo previsto dallo statuto SCF con la partecipazione di sei indipendenti e quattro major”. “Con AFI”, aggiunge il presidente PMI, “abbiamo iniziato da un mese e mezzo a studiare il progetto di un’unica collecting comune agli indipendenti. Non è semplice, perché i principi, le metodologie e i criteri di ripartizione sono differenti”. Non c’è contraddizione, a tenere il piede in due scarpe? “No, perché un eventuale accordo con SCF coprirebbe il periodo fino al 2012. Poi si vedrà, anche perché ormai in questo settore gli scenari sono in continua mutazione”.