Mentre i Verdi tedeschi premono per l’introduzione di una “tassa sulla cultura” di tipo flat che renda più libero e flessibile l’accesso in rete a film, musica e video, il ministro della Cultura Bernd Neumann (esponente della CDU, l’Unione Cristiano-Democratica cui appartiene anche il primo ministro Angela Merkel) promuove la necessità di una nuova e più restrittiva legge sul copyright. In altre parole: una normativa che coinvolga in maniera più attiva gli Internet Service Providers e introduca un sistema di risposta “graduale” alle violazioni dei diritti d’autore simile all’Hadopi francese (che a due avvertimenti ai trasgressori fa seguire, come misura estrema, la disconnessione temporanea da Internet). Le parole di Neumann, appoggiato dalla stessa Merkel, sono state ovviamente accolte con favore dagli esponenti dell’industria discografica locale, che spingono per l’introduzione di una legislazione adeguata all’evoluzione tecnologica: “Se gli artisti e i creativi che cercano di guadagnarsi da vivere con la loro arte non riuscissero più ad autosostenersi a causa dei soggetti terzi che ne sfruttano il lavoro, i danni culturali sarebbero irreparabili”, sostiene Frank Briegmann, consigliere dell’associazione di categoria BVMI e presidente di Universal Music per i territori di Germania, Austria e Svizzera. “Senza un’appropriata legislazione sul copyright”, aggiunge, “le conseguenze per ampi settori dell’industria culturale e creativa sarebbero incalcolabili”.