Il gruppo francese, in procinto di fondersi con la canadese Seagram, proprietaria di Universal (vedi news), rinuncerà non solo alla sua quota azionaria nel canale satellitare BSkyB, come richiestogli dalle autorità antitrust europee, ma anche a qualunque forma di compartecipazione in Sky Global Networks, la grande rete di comunicazione digitale che il magnate australiano si prepara a lanciare nei prossimi mesi (vedi news).<br> Stando alle informazioni che circolano negli ambienti finanziari internazionali, il presidente di Vivendi, Jean-Marie Messier, sta invece cercando di vendere il suo pacchetto di azioni BSkyB (pari al 22,7 % del capitale e valutato oltre 4 miliardi e mezzo di sterline) in cambio di denaro liquido o di acquisizioni in altre aziende del settore dei media e delle comunicazioni, allo scopo di rafforzare la sua posizione in quello che è diventato il cuore strategico del suo business. A convincere Messier dell’opportunità di chiudere ogni rapporto d’affari con Rupert Murdoch sarebbe stato il desiderio di evitare ulteriori problemi con l’antitrust ma anche di troncare una volta per tutte i burrascosi rapporti con il padre-padrone della News Corp. “Essere un partner attivo di Murdoch non è facile”, ha confessato Messier al Financial Times. “Se si aggiungono i problemi con l’Unione Europea…è troppo complesso cercare di estrarre un valore dall’operazione”. La notizia, secondo gli osservatori internazionali, non dovrebbe dispiacere neppure a Murdoch, il quale aveva reagito assai male all’”intrusione” di Vivendi nell’assetto proprietario di BSkyB, interrompendo ogni comunicazione con Messier per quasi un anno. Persa per strada Vivendi, l’imprenditore australiano punta ora ad ingaggiare Microsoft come partner strategico nell’avventura Sky Global, nonché a inglobare DirectTV, il principale broadcaster satellitare statunitense controllato da General Motors.