Vendita, ricapitalizzazione o IPO: tutte le alternative sono possibili, nel processo di revisione strategica che il management della EMI ha avviato di comune accordo con Citigroup in vista di un trasferimento di proprietà. Lo scrive l'amministratore delegato Roger Faxon in un memo interno fatto circolare tra lo staff dell'azienda: "Questo non significa che Citi non sia stato un ottimo proprietario, al contrario!", scrive il ceo della major. "Ha sempre appoggiato la nostra strategia e il nostro team. Ma dal momento in cui ha acquisito la EMI agli inizi di febbraio è stato chiarito che la sua presa in custodia di questa grande società era destinata ad essere temporanea". Il prossimo capitolo nella storia della EMI, annuncia Faxon, è dunque formalmente cominciato. "Normalmente", spiega Faxon, "in processi del genere si identificano tre o quattro stadi. La prima fase consiste nel prendere contatto e fornire informazioni sulla società agli investitori potenzialmente interessati. Successivamente, si valuterà l'interesse dei singoli investitori e si passerà a un più dettagliato processo di diligence. Contemporaneamente, si valuteranno e metteranno a confronto le diverse alternative, incluse una vendita, una ricapitalizzazione o una IPO. Nella fase finale, si entrerà nella negoziazione e nella esecuzione dell'alternativa desiderata. Se tutto va secondo i piani, ciò significa che entro il quarto trimestre avremo una idea fondata di chi potrebbero essere i nostri nuovi proprietari". Nella parte finale del messaggio, Faxon rassicura i dipendenti sul futuro dell'azienda e ribadisce la sua fedeltà al modello del "Global Rights Management", basato sulla stretta integrazione tra business della musica registrata e delle edizioni musicali, nell'interesse di artisti ed autori. "Il valore si massimizza tenendo i due business insieme", ribadisce il ceo. "Per questo sono convinto che la EMI continuerà ad essere la EMI ancora per molto tempo".