"Spotify is coming to the U.S.". Quando? "Soon", presto. Con una pagina specifica da poco comparsa in rete, Spotify ha fatto il suo primo annuncio ufficiale relativo al più volte rimandato lancio negli Stati Uniti, una tela di Penelope che la Web company svedese fa e disfa da un anno e mezzo. Ma continua a mantenersi sul vago: nessuna indicazione sulla data, né sul tipo di offerta e sulle tariffe; soltanto un invito a lasciare la propria e-mail per avere l'opportunità di provare il servizio, in un test a inviti che, evidentemente, anticiperà l'entrata a regime del servizio. Il lancio potrebbe comunque essere imminente: già domani, venerdì 8 luglio, oppure la settimana prossima. Intanto (e in attesa di sapere se e come si concretizzerà la chiacchierata partnership con Facebook), nel Regno Unito Spotify ha annunciato un accordo con l'operatore di telefonia mobile Virgin Media, che ne includerà i servizi di streaming (esclusa l'opzione gratuita pagata dalla pubblicità) nei piani tariffari delle sue offerte broadband, di telefonia mobile e di televisione via cavo, quest'ultima un'esclusiva per il mercato britannico. Anche in questo caso nessuna notizia sui prezzi: ma le due società assicurano che saranno inferiori alle tariffe normali applicate da Spotify in Gran Bretagna, 4,99 sterline al mese per l'accesso tramite pc e 9,99 sterline per la fruizione anche attraverso smartphone. L'alleanza con Virgin Media, che ha recentemente rinunciato al progetto di gestire in proprio una piattaforma di musica digitale, assume valenza strategica per le ambizioni di espansione di Spotify sul mercato britannico: a Daniel Ek la telco inglese assicurerà notevoli risorse di marketing e pubblicitarie nonché un'ampia base utenti già fidelizzata e disponibile ad accettare offerte di servizi in "bundle" che includano la musica.