I provider Internet Fastweb e NGI sono indagati per il reato penale di favoreggiamento: la Procura di Cagliari li accusa di non avere impedito ai loro utenti l'accesso al tracker di file BitTorrent Btjunkie, che consente di scaricare illegalmente musica, film, videogiochi, software e altri contenuti multimediali protetti dal diritto d'autore. Il provvedimento emesso dall'autorità giudiziaria nei confronti dei due ISP, il primo del suo genere in Italia, è conseguente alle risultanze di un rapporto trasmesso dal Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo sardo nell'ambito dell'operazione antipirateria nota come "Poisonous Dahlia". I costanti monitoraggi del Web condotti dalle Fiamme Gialle avrebbero permesso di verificare la mancata ottemperanza di Fastweb e NGI all'ordine di inibizione di accesso ai siti btjunkie.org e btjunkie.com emesso lo scorso mese di aprile dal Sostituto Procuratore Giangiacomo Pilia: tale comportamento avrebbe vanificato parzialmente la barriera tecnologica eretta nei confronti del portale pirata, permettendo agli utenti di aggirare il divieto. Fastweb, secondo una nota emessa dalla Guardia di Finanza di Cagliari, si è giustificata parlando di "un mero incidente tecnologico", precisando che il blocco ai siti di Btjunkie è ora pienamente operativo. "L’offerta illecita da parte di siti pirata collocati all’estero è una spina nel fianco delle piattaforme legali di musica e va colpita con determinazione", ha commentato il presidente FIMI Enzo Mazza. "Sorprende la posizione di noti provider di consentire il collegamento ai propri utenti in contrasto con quanto ordinato dall’autorità giudiziaria". Secondo la stessa FIMI, BTjunkie ha perso immediatamente oltre il 67 % dei suoi utenti; il 6 % dei quali, quasi 600 mila persone, avevano sede in Italia, secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti per percentuale di visitatori della piattaforma.