Sei candidati e (almeno per ora) nessuna sorpresa: secondo fonti di stampa internazionali, il gruppo delle società fattesi avanti per acquistare gli asset discografici ed editoriali della EMI include Sony Corp. (proprietaria di Sony Music), Universal Music (casa discografica leader di mercato a livello mondiale), BMG Rights (joint venture tra la holding tedesca Bertelsmann e la venture capitale americana Kohlberg Kravis Roberts o KKR), la MacAndrews & Forbes dell'investitore a tutto campo Ron Perelman e il Gores Group di Alec Gores. Al lotto, entro la scadenza fissata per giovedì prossimo 28 luglio, dovrebbe unirsi anche il gruppo Warner Music ora controllato dalla Access Industries di Len Blavatnik. Si tratta, in sostanza (e sempre che le indiscrezioni rispondano a verità) degli stessi contendenti scesi in lizza proprio per aggiudicarsi la Warner e di cui Citigroup, attuale proprietario della EMI, dovrà ora valutare le offerte ecomiche tenendo conto anche delle implicazioni strategiche del "merger" e dei rischi di incorrere nei divieti delle autorità antitrust internazionali. La cifra in gioco, secondo alcuni "insider", dovrebbero aggirarsi tra i 2,3 e i 2,7 miliardi di dollari, mentre secondo altre voci la valutazione della EMI potrebbe salire fino ai 3,3 miliardi di dollari intascati dalla Warner. Stando all'agenzia Reuters, tre diverse banche - Goldman Sachs, Credit Suisse e UBS - si sarebbero dichiarate disponibili a intervenire per finanziare l'operazione.