Un (ex) discografico che si pronuncia a favore del file sharing. Douglas Merrill, ex dirigente della EMI, è sempre stato una voce fuori dal coro, e già ai tempi (era il 2008) della grande offensiva lanciata dall'associazione americana dei discografici RIAA contro i "pirati" del Web si era dichiarato contrario alla scelta di andare a stanare uno per uno, e trascinare eventualmente in tribunale, i singoli utenti che avevano violato i copyright colpendoli con multe e condanne esemplari. In questi giorni ha ribadito il suo pensiero: intervenendo in una conferenza in Australia, Merrill ha sostenuto che gli utenti delle piattaforme p2p sono anche buoni consumatori di musica legale; e per dimostrare la sua tesi ha messo a confronto il profilo degli utenti di LimeWire con quelli di iTunes. "Non si tratta di furto", ha concluso l'ex discografico, "si tratta di marketing basato sulla prova prima dell'acquisto. Un marketing che non abbiamo neppure pagato...e dunque ha senso citare questi utenti in giudizio", ha aggiunto in tono sarcastico. Le considerazioni di Merrill ricalcano quelle emerse da diverse ricerche di mercato condotte sul tema: d'altra parte, ricorda Computerworld riportando la notizia, anche la strategia dell'industria discografica si è nel frattempo modificata, spostando l'obiettivo dal singolo utente ai fornitori di connessioni Internet a banda larga, spinti a collaborare con l'industria nella rimozione dei contenuti illeciti dalla rete (come dimostra il recente accordo quadro di "risposta graduale" alla pirateria stipulato negli Stati Uniti tra titolari dei diritti e ISP).