Ad un anno esatto (più un giorno) dal clamoroso annuncio della loro volontà di unire le forze per creare il primo colosso elettronico dell’intrattenimento e dell’informazione, America Online e Time Warner hanno superato l’ultimo ostacolo al loro progetto di fusione. E’ arrivato infatti nelle prime ore di questa mattina (venerdì 12 gennaio) il sì definitivo al “merger” da parte della Federal Communications Commission statunitense, l’ultima autorità pubblica che ancora avrebbe potuto bocciare l’acquisizione del colosso mediatico Time Warner da parte di AOL, un’operazione il cui valore stimato raggiunge i 105 miliardi di dollari. I cinque membri dell’organo antitrust americano (con una maggioranza relativa di 3 contro 2) hanno dato via libera fissando però alcune condizioni, così come richiesto da aziende rivali come Microsoft, Yahoo!, Excite@Home e Walt Disney e da numerose associazioni di tutela dei consumatori: in particolare, la FCC ha imposto ad AOL di aprire alle imprese concorrenti l’accesso ai suoi servizi di “instant messaging”, sempre più utilizzati dagli utenti Internet per chattare in tempo reale, giocare on-line con i videogames e scambiarsi in rete file audio, video e foto in formato digitale. Contemporaneamente, a Time Warner è fatto obbligo di non discriminare l’accesso di altri Internet provider alle sue reti via cavo ad alta velocità di trasmissione.<br> Tutto è pronto, dunque, per il più grande “merger” nella storia dell’industria dell’entertainment. Ma già molti analisti fanno notare che i disastri subiti ultimamente dai titoli tecnologici sulle Borse mondiali e il rallentamento dell’economia americana rendono le prospettive dell’accordo meno favorevoli di quanto apparissero un anno fa, al momento dell’annuncio (allora, il valore che veniva assegnato all’operazione era decisamente superiore, intorno ai 160 miliardi di dollari): per Steve Case e Gerald Levin, numeri uno rispettivamente di AOL e di Time Warner, insomma, non saranno tutte rose e fiori.