Il primo premio italiano “ufficiale” della musica (il primo, cioè, ad essere gestito direttamente dall’industria discografica) stimola qualche riflessione, critiche ed apprezzamenti. Questi ultimi vanno riconosciuti alla federazione dei discografici italiani, FIMI, per essere finalmente riuscita a mettere in piedi un evento che in tutti i maggiori mercati discografici del mondo è un appuntamento istituzionale e ormai irrinunciabile per gli operatori del business musicale; e anche l’alto profilo del cast di ospiti musicali allestito per l’occasione (vedi news), se verrà confermato, gioca a favore del prestigio della manifestazione. Riuscire a trasformarla anche in un evento spettacolare e di grande risonanza mediatica, magari in grado di rivaleggiare in futuro con gli sfavillanti European Awards di MTV, è invece una sfida tutt’altro che facile: lo sa anche la Rai che, tutta concentrata sull’allestimento della saga sanremese, ha concesso alla FIMI il ripiego di una differita sulla seconda rete (la stessa serata in cui si svolgerà l’evento, comunque, e questo è comunque un piccolo successo); difficile immaginare invece che la sola diretta Web sul sito del giornale telematico ilNuovo (vedi news) possa garantire grande visibilità, al di là dell’”hype” legata a tutto quanto circola in rete (e più di un discografico incontrato in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa lo ha ammesso candidamente).<br> Dato atto, infine, della insindacabilità delle nomination (a parte le eccezioni già sollevate da Rockol nei giorni scorsi: vedi l’inserimento di Santana tra gli artisti solisti e quello dei Subsonica tra le “rivelazioni” dell’anno), le maggiori perplessità si addensano sui criteri di composizione della academy dei votanti: perché affidarsi, come la PricewaterhouseCoopers ha ammesso di fare, a criteri esclusivamente casuali, evitando di rappresentare in modo più realistico l’”universo” che ruota intorno al mondo della musica? Perché limitare, ad esempio, la rappresentatività del campione dei consumatori di musica alla sola fascia dei 25-35 enni, lasciando fuori dal gioco quarantenni e adolescenti quando entrambi hanno dimostrato di rappresentare forze trainanti del mercato discografico? Sembra di capire che la fretta abbia giocato la sua parte nelle scelte della FIMI e dei suoi partner. Ci sarà tempo di correggere i meccanismi nel corso delle prossime edizioni del premio: intanto attendiamo con curiosità e interesse gli esiti della “prima", il 5 febbraio prossimo.