L’ultima “esternazione” di Thomas Middelhoff, ciarliero numero uno della compagnia tedesca, sembra di quelle destinate a spegnere i residui entusiasmi dei propugnatori della musica “libera” su Internet: dal prossimo giugno o luglio, ha rivelato il manager tedesco intervendo al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, lunedì 29 gennaio, bisognerà pagare un canone di abbonamento per scaricare musica dal celeberrimo servizio californiano di file sharingh. Middelhoff ha spiegato che per quella data Bertelsmann sarà in grado di mettere in funzione un sistema sicuro di protezione dei copyright aggiungendo che ricerche interne effettuate dalla sua società dimostrano la disponibilità del pubblico di Napster (75 milioni di utenti registrati) a pagare in cambio di un’offerta musicale di qualità. Le sue dichiarazioni, però, sembrano avere colto di sorpresa lo stesso partner: “Non abbiamo neppure cominciato a definire i tempi dell’operazione”, ha replicato il chief executive di Napster Hank Barry, facendo pensare che Middelhoff abbia in realtà voluto soprattutto lanciare un messaggio alle aziende concorrenti, invitandole ad unirsi al più presto alla santa alleanza tra Bertelsmann e Napster. Una conferma arriverebbe dalle dichiarazioni del responsabile e-commerce del gruppo tedesco, Andreas Schmidt, che in un’intervista alla Reuters Television si è detto convinto che altre etichette aderiranno al sistema entro le prossime due settimane. “Le risposte che stiamo ottenendo”, ha assicurato Schmidt, “sono estremamente positive”.