Grazie alla qualità del repertorio selezionato, ma anche alle coloratissime copertine che catturano immediatamente l'occhio del consumatore, le compilation marchiate Putumayo sono diventate un must per gli appassionati di world music di tutto il mondo, sviluppando un seguito di nicchia e una fedeltà alla marca che ha oggi pochi eguali nel mondo agonizzante della discografia. L'etichetta statunitense si è anche distinta per un uso pionieristico dei canali di distribuzione alternativi (librerie, caffè, negozi di articoli da regalo e oggettistica varia), ma curiosamente è fra le ultime a convertirsi al digitale: il debutto sul fronte della musica "liquida" avviene in questi giorni con due raccolte, "African beat" e "Latin beat", in vendita sul sito ufficiale della casa discografica e su iTunes a 9,99 dollari, su Amazon MP3 Store a 6,99 dollari e su eMusic a 5,39 dollari. Perché una decisione così tardiva? "Ho costruito un business confezionando supporti fisici attraenti che combinano musica, cultura e senso del viaggio. Che suonano bene e sono perfetti come oggetto regalo", ha spiegato al New York Times il fondatore Dan Storper. Il quale ha tuttavia dovuto arrendersi all'evidenza dei fatti e all'evoluzione del mercato. Senza trascurare gli amati Cd, comunque, che continuerà a produrre e distribuire nei negozi di fiducia finché la domanda non scenderà al di sotto della soglia che renderà antieconomico insistere su quella strada.