Abuso di posizione dominante: per la giustizia francese Universal Music France non può derogare al patto nazionale sottoscritto da case discografiche e ISP per imporre alla Web company Deezer ulteriori limitazioni alla sua offerta di musica in streaming, minacciando di ritirare il suo repertorio dal catalogo. La major aveva fatto pressioni sulla società transalpina affinché limitasse l'accesso agli utenti non paganti, restringendolo a cinque ore al mese e a non più di cinque ascolti per ogni singolo brano. Dopo le iniziali resistenze Deezer aveva accettato la richiesta, ricorrendo però in tribunale per sostenere che la stessa contravveniva alle clausole di una "carta" concordata nel mese di gennaio tra etichette e Internet service provider. "Sono particolarmente lieto del fatto che il giudice abbia trovato non conformi ai patti le nuove condizioni imposte da Universal", ha dichiarato all'agenzia AFP Axel Dauchez, ceo di Deezer. In virtù delle nuove regole d'uso, la società ha visto diminuire i suoi utenti gratuiti e quintuplicare quelli a pagamento (sono 1,4 milioni quelli che accedono al servizio tramite smartphone, 100 mila quelli che lo utilizzano solo via pc). Risultati analoghi sono stati conseguiti da Spotify in seguito alla decisione di ridurre le opzioni di accesso a chi fruisce gratuitamente del servizio. Deezer, controllata all'11 per cento dall'operatore di telefonia mobile francese Orange, ha appena annunciato il lancio del servizio nel Regno Unito; un'espansione su altri territori europei (tra cui, presumibilmente, anche l'Italia) potrebbe avere luogo già entro l'anno.