L’attività di mediazione intesa a salvare Napster costringendola però a rispettare i diritti d’autore non coinvolgerebbe solo un’autorità giudiziaria appositamente nominata nei giorni scorsi (vedi news) ma anche le stesse case discografiche in prima persona. Secondo una fonte anonima vicina all’industria statunitense, i legali della RIAA, Recording Industry Association of America, avrebbero incontrato i rappresentanti della web company californiana almeno una settimana o due prima della sentenza della corte di appello di San Francisco che ha imputato a Napster un concorso di colpa in violazione dei copyright (vedi news). Poiché l’associazione di categoria non ha il mandato per negoziare accordi futuri per conto delle case discografiche, prosegue la fonte, l’incontro è servito a porre le basi per un calcolo dei danni che le etichette musicali ritengono di avere subito dallo scambio gratuito di file musicali incoraggiato dal sito: ma ora i rapporti di forza tra le parti sarebbero stati nuovamente rimessi in gioco (a favore dell’industria) dalla sentenza di San Francisco.