Le orecchie di Daniel Ek, fondatore e amministratore delegato di Spotify, non sono rimaste sorde di fronte alle proteste di quegli utenti che, lamentando un'invasione indesiderata della loro privacy, non hanno apprezzato l'integrazione automatica del servizio con Facebook annunciata giusto una settimana fa alla f8 Developers' Conference di San Francisco (e consistente nella pubblicazione in tempo reale delle loro playlist sul profilo personale del social network). Tramite un messaggio postato su Tweeter, l'imprenditore svedese ha infatti fatto sapere che il suo team ha già messo a punto un aggiornamento del software che consente di attivare o disattivare un'opzione battezzata "private listening": decidendo in pratica se consentire agli amici di Facebook di sapere che cosa si sta ascoltando in quel momento su Spotify e di condividere l'esperienza. "Mentre ci parliamo, stiamo per lanciare un nuovo client dove potrete nascondere temporaneamente i vostri piaceri inconfessabili", ha scritto Ek. "Lavora come una modalità privata del browser (...), lo potete trovare nel menù Spotify/File e accenderlo o spegnerlo". Nessuna contromossa, invece, rispetto all'altro aspetto controverso della nuova release di Spotify: la necessità di aprire un account su Facebook per avere accesso al servizio di streaming.