Si moltiplicano i nemici della Web company americana, dopo la sentenza del giudice federale Marilyn Hall Patel che lo costringe a fare piazza pulita di tutti i brani musicali scambiati in rete in violazione dei diritti di autori e produttori discografici. In contemporanea alla denuncia presentata dalla National Academy of Recording Arts and Sciences, l’ente produttore dei Grammy (vedi news), è arrivata infatti nela giornata di mercoledì 7 marzo anche quella di EMusic, società on-line che diffonde musica a pagamento (per 10 dollari al mese) ai suoi abbonati. L’amministratore delegato della compagnia, Gene Hoffmann, ha fatto sapere attraverso un comunicato che Napster si è rifiutata di bloccare l’accesso non autorizzato al catalogo on-line di EMusic per oltre sei mesi. Già nel novembre scorso (vedi news), la società aveva cominciato a monitorare con regolarità i passaggi dei suoi brani sui server di Napster, annunciando una possibile azione legale. Che ora è stata inoltrata dinanzi a una corte giudiziaria della California settentrionale: EMusic chiede 150.000 dollari di risarcimento per ogni brano copiato e scambiato illegalmente dagli utenti di Napster.