Anche se qualche artista indie ha ricominciato a cedere al suo fascino nostalgico (il caso più eclatante è quello dei Dinosaur Jr. di J Mascis, che a giugno hanno ripubblicato nel desueto formato il loro classico album "Bug"), la cassetta o nastro analogico è un supporto appartenente al passato: al punto che il prestigioso Oxford English Dictionary, nella sua versione "Concise", ha deciso di eliminarlo definitivamente dalle sue voci. "Ha passato da così tanto tempo il suo momento di massimo splendore che non valeva più la pena di tenerlo", ha spiegato al quotidiano statunitense USA Today il redattore Jesse Sheidlower (il termine verrà tuttavia conservato nell'edizione estesa e più voluminosa del dizionario). L'abolizione dei termini cassetta e musicassetta dal vocabolario corrente si riflette nei dati di mercato: in tutto il mondo, mentre i dischi in vinile recuperano immagine, prestigio e quanto meno una posizione commerciale di nicchia, i nastri preregistrati sono quasi scomparsi dai negozi, e non si scorgono segnali significativi di una inversione di tendenza. La distribuzione di massa delle cassette "compact audio" preregistrate, inizialmente fabbricate dalla Philips ad Hannover, cominciò egli ultimi mesi del 1965 in Europa, estendendosi nell'estate del 1966 agli Stati Uniti. Il boom di popolarità del supporto, estremamente pratico e maneggevole (anche se meno affidabile dal punto di vista della qualità della riproduzione) coincise, negli anni '80, con la immissione sul mercato del celebre Sony Walkman che, molti anni prima dell'iPod, rese popolare il concetto di fruizione di musica in movimento per mezzo di un lettore portatile. Negli anni '90, con l'affermazione definitiva del compact disc, le vendite di cassette iniziarono a declinare (mantenendo tuttavia uno sbocco nei lettori da automobile): già nel 2001 la loro quota di mercato, negli Usa, era scesa al 4 % del totale, continuando a diminuire negli anni successivi. Nel 2009 sul mercato americano se ne vendettero 34 mila copie, mentre tutte le maggiori case discografiche avevano smesso di stamparle già a partire dalla fine del 2002 o dai primi mesi del 2003.