"Spezzatino" o decisione rinviata a tempi migliori? Stando a un reportage apparso su Business Week, Citigroup non è riuscita nell'intento di convincere i potenziali candidati all'acquisto della EMI ad alzare la posta in gioco: stanti anche le condizioni critiche in cui versano i mercati creditizi, le offerte pervenute sul tavolo della banca d'affari si aggirerebbero intorno ai 3-3,2 miliardi di dollari (mentre la proprietà puntava Una cifra superiore, osservano gli analisti, potrebbe fruttare la vendita separata dei due rami d'azienda, la divisione discografica e quella editoriale che amministra i diritti sulle canzoni anche per altre forme di sfruttamento come pubbliche esecuzioni, sincronizzazioni e spartiti: in quel caso la somma potrebbe salire a 3,75 milioni di dollari. Sembra confermato che tanto Ron Perelman che Len Blavatnik, proprietario di Warner Music, siano ancora interessati all'acquisto in blocco della EMI, puntando entrambi sulla casa discografica in caso di vendita separata; mentre sembra assai meno certa la presenza, nel procedimento d'asta, della cordata formata dal magnate Ron Burkle e il cofondatore di Napster Sean Parker. Tra gli altri candidati ancora in corsa figurerebbero Universal Music/Vivendi (interessata negli asset discografici di EMI), Sony Corp. e BMG Rights (che invece punterebbero al publishing). Citigroup potrebbe scegliere l'offerta vincente nell'arco di due o tre settimane.